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Progetto montano di apicoltura sostenibile in rigoroso rispetto delle api e dell'ambiente.
A Presegno (alta Valsabbia, BS)
tel +393248664141









































presegno



La nostra storia nella valle dell'Abbioccolo


Arrivammo in bici a Presegno undici anni fa. Per caso. Era l'11 settembre. Ma del 2011.

All'epoca le mappe digitali manco contemplavano il valico della pozza Zenofer. Quando lo impegnammo da Ono Degno (comune di Pertica Bassa) non sospettavamo minimamente le arcigne pendenze, e relative conseguenze, che avremmo pedalato. E poi vissuto.
Prima Bisenzio, dove una signora gentilissima insistette affinché raggiungessimo Presegno: "Dista pochissimo, meno di un chilometro. Ve ne pentirete se a Presegno non ci andate". Così disse.
Col senno di poi dobbiamo dire che ci azzeccò alla perfezione.

presegno zenofer pertica
11 settembre 2011 Laura impegnata a raggiungere Zenofer da Ono Degno


Arrivati in bici a Presegno ci sedemmo nella sua minuscola piazza, assaporando affascinati questo sconosciuto luogo valsabbino, disperso tra la Corna Blacca, il Dosso Alto, il monte Baremone e la Cima Zeno. A noi parve d'aver pedalato su stradine degne d'un racconto d'altri tempi, sospese tra le nuvole e le poetiche vibrazioni sonore dei boschi, immerse in un ambiente strepitoso e ben lontane dall'imbarbarimento turistico. Da quel giorno la valle dell'Abbioccolo - in cui sorgono Presegno, Bisenzio e Vaiale - non l'abbiamo più abbandonata per poi, dopo un paio d'anni, decidere di acquistarvi casa, la cà dei Bonech, e provare davvero a cambiare vita. Io (Max) chiusi definitivamente la mia attività a Brescia e Laura iniziò un part-time per raggranellare qualche euro che ci consentisse di campare. Io lavorando senza stipendio nel tentativo di rendere possibile una qualche forma di sostentamento capace di spianare la strada affinché anche Laura potesse raggiungermi stabilmente quassù. 
Ma in che modo? 
La speranza era innescare le condizioni di un lavoro capace nel medio periodo di avviare un progetto di vita alternativo alla città. Un lavoro utile a sostenerci economicamente seppur in un'area depressa, fuori dal mondo, dimenticata da dio e abbandonata dagli uomini. E con l'aggravante (per noi) di non possedere alcuna esperienza pratica di lavoro rurale o montano, visto che "eravamo" - e tuttora siamo - cittadini metropolitani, seppur alquanto anomali. Inutile dire che molti, pur ammirandoci, ci consideravano dei pazzi: e forse non avevano tutti i torti.
Iniziò subito l'idea di diventare pastori con un allevamento di capre. Due anni dopo arrivammo a gestirne una trentina, nonostante mai avessimo avuto un animale fosse anche un solo canarino. Poi, per svariate ragioni, compresa la nostra somma ingenuità dovemmo, con immenso dolore, abbandonare il progetto e vendere (quasi)
tutte le nostre amatissime caprette: Penelope, Auriga, Stellina, Cipria, Angiolino e i becchi avuti in prestito, Bubek e Orazio (sic!). Quanti kilometri e quante ore passate al pascolo tra i boschi della valle dell'Abbioccolo. 
Anni indimenticabili.

capre presegno


Quando, piangendo a dirotto, vendemmo le nostre caprette non tutte le consegnammo al commerciante. Alcune di queste le lasciammo libere. Erano madre e figlia: Houdini, nome dovuto al fatto che si slegava continuamente e sua figlia Libera, nata appunto libera durante una delle numerose fughe della madre. Serviva però almeno un becco (è il maschio delle capre) per formare una credibile speranza riproduttiva al piccolissimo gregge in formazione. Liberammo allora due piccoli becchetti confidando nel loro ricongiungimento con Houdini e Libera. Andò bene a metà. Uno ci riuscì, l'altro invece morì. Ma noi come capimmo che uno di questi due becchetti raggiunse veramente la coppia madre figlia ormai inselvatichita? 



anni fa, esattamente al di sotto dell'attuale apiario in Presegno


Accadde un fatto degno di nota. Dopo oltre un anno e mezzo di piena libertà, e quando ormai eravamo quasi riusciti a metabolizzare il dolore per la perdita del nostro gregge, l'animo selvaggio ma ancora riconoscente del nostro aiuto, fece sì che mamma Houdini tornò a trovarci. Fu davvero un momento incredibile, più che emozionante, davvero eccezionale. Non solo perché Houdini e figlia tornarono da noi, ma anche perché - e fu lì dove scoprimmo il felice esito della liberazione di uno dei becchetti - anziché tornare in due tornarono in cinque: Houdini, Libera, il becchetto rilasciato, più due piccoli diavoli imprendibili nati in piena libertà.
Passarono altri due (molto) difficili anni nei quali emersero notevoli dubbi riguardo la scelta dell'aver acquistato casa quassù, che si insinuò in noi un'altra possibilità. Una alternativa: una nuova strada - totalmente sconosciuta - ma forse praticabile per ridare un senso a tutti i nostri azzoppati sogni. Il ronzio delle api bussò prima timidamente alla porta e poi sgomitante, a stuzzicare la nostra fantasia.
In questo, va detto, ebbe un ruolo importante un'amica antropologa, all'epoca abitante a Bisenzio, capace di stimolarci in tal senso. Ed ebbe ragione.

apiario bosco del miele
Ecco che il 15 ottobre 2017, con l'aiuto dell'amico Angelone (da Brescia si stabilì qui per un bel po' di mesi vedi qui), prese il via la pulizia di un brandello di bosco adiacente Presegno.
Angelone, non finirò mai di ringraziarlo. Lui e Giacomina (la moglie) furono una significativa risorsa nel rendere fattibile un lavorone pesantissimo quale è la pulizia di un pezzo di bosco in ripida pendenza con la creazione totalmente manuale delle terrazze, le quali custodiscono le casette delle nostre api. Cosa cui vado profondamente orgoglioso, il tutto è stato (ed è tutt'ora) rigorosamente eseguito a mano: solo decespugliatore e motosega quali strumenti meccanici a supporto. Contestualmente presi il patentino di apicoltore dopo alcuni mesi di lezioni serali e relativo esame conclusivo. Da allora abbiamo acquisito u
na modesta esperienza. Sono cinque anni che abbiamo le api. Poco. Troppo poco per sentirsi capaci.
Però ora - finalmente - si aprono le porte affinché quanto scritto quassù partorisca il risolutivo coronamento dell'idea da cui tutto prese avvio: condividere con Laura una scelta di vita non imposta ma fortemente voluta per scelta, per essere noi stessi liberi come Houdini sua figlia Libera e il resto del piccolo gregge selvaggio.
Dal 2023 infatti, anche Laura raggiungerà definitivamente la nostra meravigliosa vallata, la valle dell'Abbioccolo e le sue api che la stanno aspettando, e che da cinque anni impollinano fiori, creano e donano vita, instancabili testarde lavoratrici un po' simili a noi.


Buone feste

capre presegno
la mitica Houdini nei giorni del ritorno. Tanto ci fece impazzire tanto quanto ce ne innamorammo


una breve fotogallery di noi con le capre





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