Un anno fa, di questi giorni, lamentavamo (numerose) morie di api, oltre a famiglie numericamente modeste. Modestissime. Parevano famiglie sfinite, rese asfittiche dalla varroa, nonostante nell'autunno precedente, ovvero nell'ottobre 2022, sembrassero eccellenti. L'acaro lo contrastammo con blocchi di covata estivi (sempre nel 2022) e somministrazioni di ossalico gocciolato anche in ottobre/novembre dello stesso anno, previa verifica dell'assenza di covata. L'acido ossalico produce l'effetto acaricida desiderato solo se somministrato in assenza di covata.
Credevamo di aver eseguito alla perfezione le procedure. In effetti furono eseguite alla perfezione! Ma una serie di fattori ci consegnarono l'inverno 2022/23 come l'annata apistica più disastrosa che mai ci potesse capitare. Fu una strage. Perdemmo il 40% delle nostre api pur avendo eseguito con precisione maniacale i trattamenti acaricidi. Bassissima umidità dell'aria durante i trattamenti, prudente somministrazione dell'acido (max 50 cc di gocciolato per cassa), polvere di ossalico vecchia o debolmente acaricida per chissà quale motivo (non siamo riusciti a capirlo), una certa resistenza della varroa (a nostro parere) all'ossalico e altri piccoli dettagli; tutti questi fattori sommati insieme ci consegnarono l'annata 2023 che definire disastrosa è riduttivo. Inoltre la nostra esperienza è ancora limitata. E quando gli effetti dell'acaro diventano visibili, ormai è troppo tardi ed è impossibile intervenire.
L'avvio del 2024 è, grazie al cielo, l'opposto.
Famiglie di api straordinarie come non mai. Anche troppo forti. Già fuchi nascenti e covate maschili importanti in parecchie casse (troppe).
Qui di seguito pubblichiamo una miniclip video per farvi anche vedere lo splendido luogo in cui grazie all'amico Morandi abbiamo la postazione sotto Cima Caldoline. È il luogo, il parco, ove nascerà il nostro Museo delle Api a Cielo Aperto. È un luogo magico, bellissimo.
Qui abbiamo sei casette delle api. Come mostra la miniclip video, sono state ispezionate. All'interno, con nostro enorme stupore, lo sviluppo numerico e le estensioni delle covate sembrano di famiglie da metà aprile e non di metà marzo. Va puntualizzato il nostro essere apicoltori in montagna attorno ai mille metri, e non sverniamo le famiglie in pianura. Restano sempre e solo qui, in montagna.
Vediamo come evolveranno nelle prossime settimane, nella speranza che siano accompagnate da una stagione meteorologica migliore del 2023.
Vedremo dai. Vi terremo informati.