bianco-textmax
Progetto montano di apicoltura sostenibile in rigoroso rispetto delle api e dell'ambiente.
A Presegno (alta Valsabbia, BS)
tel +393248664141









































caco



Ho tra le mani dei piccoli germogli di Diospyros Kaki, una delle varianti dell'albero dei cachi. Li seminai alcuni mesi fa, prelevandoli da frutti ricevuti in regalo dagli amici Loredana e Giorgio. I semi li alloggiai all'interno di una vaschetta in plastica trasparente assieme a carta assorbente da cucina inzuppata di acqua. Infine li collocai internamente a un davanzale, ben illuminati dalla luce solare. Luminosità, temperatura e umidità costante, per via del contenitore trasparente tappato col coperchio, originarono tanti germogli. Dopo un paio di mesi li ho invasati con terriccio smosso da sua maestà "la talpa" (è quella montagnetta di terra che si trova nei prati. Senz'alcuna fatica per noi, le talpe ce la consegnano pulitissima) aggiungendo (poco) concime organico delle vacche di Presegno. 

cachi vaschetta
alcuni germogli all'interno della vaschetta


Per il sottoscritto i frutti dei cachi sono una letizia per il palato. Il loro nome inoltre, è talmente soggetto a volgari deformazioni da rendermelo particolarmente simpatico. E simbolico. 
Pensate che il 9 agosto del 1945, una delle date più terribili per la storia di tutta l'Umanità, dopo il bombardamento atomico della città di Nagasaki, sembrava che qualsiasi creatura vivente fosse stata annientata. Invece, sotto le macerie dell'apocalittica distruzione - seppur malconcio - sopravvisse un albero di cachi. Un botanico di allora, il dott. Masayuki Ebinuma, trovò che di fronte all'infernale morte atomica di ogni forma di vita, il miracolo dell'incredibile sopravvivenza di questa pianta equivalesse a un potente messaggio di pace da divulgare in tutto il mondo. Dai frutti cresciuti da quell'albero di cachi, faticosamente sopravvissuto alla bomba, prelevò alcuni semi. Poi cominciò ad affidare le pianticelle ai bambini che visitavano il museo del bombardamento atomico, chiedendo loro di farle crescere perché diventassero simboli di pace. Da allora, è il 1995, aiutati da un artista Tatsuo Miyajima, è nato un progetto di respiro globale "Rinascita del tempo" per propagare i semi dell'albero del bombardamento atomico di Nagasaki in tutto il mondo. Quest'albero è dunque divenuto un simbolo vivente di Pace.
Qui il Progetto Kaki Tree for Europe particolarmente sentito in provincia di Brescia.

cachi
un germoglio ormai promosso a piccola piantina


Ora modifichiamo le lancette del tempo per un salto all'indietro.
Questi frutti, coi loro relativi semi, custodiscono un'antica storia che affonda le radici nell'Asia orientale. Immaginiamo le vaste terre d'Oriente dove il cachi è coltivato da oltre 2000 anni. In Cina il cachi è conosciuto come shizi, che significa "frutto del tempo", poiché la sua maturazione coincide con l'inizio dell'autunno, stagione di bilanci e di riflessioni. Da allora, e da quelle terre lontanissime, la pianta di cachi ha attraversato innumerevoli culture, identità e popolazioni giungendo fino a noi. La sua introduzione in Europa avvenne verso la fine del Settecento come pianta ornamentale, mentre la diffusione come coltura da frutto si verificò nel XIX secolo. La sua poliedrica adattabilità a differenti climi ne ha favorito l'espansione in diverse zone del Mediterraneo, dell'America e dell'Asia meridionale. La sua diffusione si deve principalmente a due fattori: la bellezza estetica e la sua adattabilità climatica capace di resistere anche a -15°C.
L'albero presenta un bel portamento e in tarda primavera si adorna di fiori bianchi che emanano un delicato profumo. In autunno le foglie si tingono di sfumature gialle, di arancione e rosse. Qualora nevicasse, coi frutti ancora presenti sull'albero, si crea un'atmosfera singolare, dando vita a una sorta di autentico albero di Natale. 
In molte culture è considerato un frutto portafortuna. Sempre in Giappone è tradizione regalare cachi ai propri cari durante il Capodanno, come simbolo di buon auspicio per l'anno nuovo.
I suoi frutti, denominati diospiri, similmente rotondi come le mele e di forma e dimensione variabile sono un frutto ricco di nutrienti, tra cui vitamine (A, C, E), sali minerali (potassio, magnesio, calcio) e fibre.

piantina cachi
un altro germoglio di quattro mesi


Propagare il cachi significa contribuire alla biodiversità e, in ultima analisi, a aiutare la salvaguardia del pianeta. Questi alberi sono infatti una preziosa risorsa per l'ambiente. Per noi apicoltori hanno una duplice valenza: attirano le api sia per il polline che per il nettare, nonché altri insetti impollinatori.
Ma non finisce qui. 
Una curiosa tradizione contadina vuole che i semi siano dotati di una suggestiva attitudine: prevedere nientemeno che l'andamento meteorologico dell’inverno! 
In senso longitudinale si tagliano in due i suoi semi. Una volta aperti potremo vedere le famose “posate”. 
Queste figure, che ricordano un cucchiaio una forchetta o un coltello, sono in realtà i germogli della pianta. La forma varia a seconda dello stadio di maturazione del seme. L’immagine della posata è chiaramente visibile, poiché di un colore bianco che risalta rispetto al contorno del seme che l'avvolge.
Se la forma assunta dal germoglio è una forchetta l’inverno sarà mite e poco nevoso.
Se la forma è un coltello l’inverno sarà tagliente, quindi molto freddo ma con poca pioggia.
Se la forma è un cucchiaio l’inverno sarà relativamente mite ma porterà molta molta neve.
Evidentemente nulla di scientifico è alla base di questa lettura, ma è certamente affascinante conoscere questa tradizione della cultura popolare.

cachi
immagine tratta dal web


A stimolarmi ad approfondirne la conoscenza è stata la casuale occasione di farli germogliare. Chissà se in un prossimo futuro questi teneri verdi germogli saranno capaci di darci dei frutti. È però indubbia la corposa storia che li attraversa e della quale non sapevo proprio nulla. Se fruttificheranno sarà innegabile che nel loro sapore sarà racchiusa la storia del loro millenario viaggio provenire da terre lontane. Lontanissime. E immagino anche commensali, appartenenti alle più diverse identità, pranzare in cooperante armonia su una simbolica tavola imbandita proprio da quelle meteorologiche "posate", per indicare vitali speranze di Pace al nostro disgraziato pianeta.





AIUTIAMO LE API. SEMPRE!
Piantando fiori amici delle api
Non utilizzare prodotti chimici in giardino
Rispetta tutti i fiori. Sono la base della biodiversità
Lascia crescere l'erba
Acquista cibo locale, biologico e di stagione
Acquista il miele dai veri apicoltori
Informatevi sull'imprescindibile opera di impollinazione delle api
Siate voi stessi divulgatori di rispetto ambientale