bianco-textmax
Progetto montano di apicoltura sostenibile in rigoroso rispetto delle api e dell'ambiente.
A Presegno (alta Valsabbia, BS)
tel +393248664141









































castagni



I raggi del sole di fine settembre filtrarono nel bosco tra le innumerevoli foglie ingiallite degli antichi alberi giunti a maturazione. Con abilità le piccole mani di Emma aprirono delicatamente i ricciuti frutti, sparpagliando i tondeggianti semi dalla robusta pelle di cuoio: raccolse castagne. No. Raccolse emozioni. Un sorriso incorniciato da enormi occhi rotondi gli illuminò il viso, conseguenza di quel profondo legame che univa la sua famiglia ai frutti della terra. Era stata la nonna a raccontarle le storie delle castagne, storie che si intrecciavano con la leggendaria figura di Matilde di Canossa (1046 - 1115). 
Si diceva che la Gran Contessa medievale – donna illuminata di grande ingegno e generosità – avesse promosso la coltivazione del castagno nelle terre montane, donando in tal modo alle popolazioni un cibo nutriente, versatile e abbondante. I castagni, infatti, sfamarono intere popolazioni; diventarono farina per il pane, ingrediente per dolci minestre e zuppe, e persino materia prima per utensili, costruzioni edili e giocattoli.
Emma si immaginò la vita di quei tempi, quando il castagno era il "pane della montagna" e attorno ad esso si svolgevano riti e feste: in inverno attorno ai focolari una zuppa con castagne sfamava intere famiglie. In assenza di fagioli mais e patate, alimenti esotici ancora molto lontani dall'essere scoperti dalle caravelle di Colombo, le diete medievali erano poverissime di calorie. Matilde di Canossa comprese l'enorme portata alimentare del castagno e seppe dargli grande impulso; con l'ausilio dei monaci benedettini idearono e divulgarono geometriche piantumazioni per moltiplicarne la coltivazione: è il Sesto matildico. 
Lasciandosi ulteriormente trasportare dalla fantasia, Emma fantasticava bambini giocare a nascondino tra i tronchi, donne intente a setacciarne la farina e uomini che, al ritorno dai campi, si scaldavano al fuoco scoppiettante delle castagne arrostite: i brostói, le caldarroste. Le castagne scandivano il ritmo delle stagioni: in autunno si raccoglievano nei boschi e con precisa incisione, le castagne
arrostite sulle braci si nobilitavano in caldarroste per allietare le fredde serate; poi si conservavano con cura per i lunghi periodi invernali per diventare preziosa fonte di calorie; in primavera si utilizzavano per preparare il pane.
Le castagne che Emma aveva raccolto, non tutte raggiunsero il tegame. Dai racconti della nonna si accorse d'avere fra le mani un prezioso frammento della tradizione alimentare delle popolazioni italiane. Decise quindi di sottrarre quelle più grandi dalla pentola per seminarle. Le appoggiò su un fecondo terriccio e attese. Durante la primavera seguitò a innaffiarle. Per lunghe settimane. Con impegno quotidiano, l'apporto idrico non cessò mai di bagnare la pelle di questi semi color cuoio. 
I germogli delle castagne seminate da Emma simboleggiano un ponte tra passato e presente 
di quella storia lontana. Col semplice gesto della semina si concesse spazio alla speranza, come i castagni che con le loro radici ancorate profondamente alla terra, accompagnano il trascorrere del tempo lungo i sentieri della vita. 

castano
un germoglio di castagno ottenuto dopo alcuni mesi dal raccolto del seme


I giorni passarono e le piccole piantine crebbero, diventando robusti alberelli. Li curava con assiduità, annaffiandoli e proteggendoli. Negli anni successivi i fiori sbocciarono, mentre in autunno le castagne mature cadevano a terra, ruzzolando sui prati. Emma le raccoglieva aiutata dalla nonna che le insegnava a selezionare le migliori. Le castagne più grosse sarebbero state conservate per l'inverno, mentre le più piccole sarebbero state utilizzate per preparare dolci e caldarroste.
Ogni castagna assumeva le sembianze di un piccolo prodigio, un frutto della terra che racchiudeva in sé una lunga storia di tradizioni e di assistenza alimentare. Emma lo sapeva. Guardando i suoi castagni crescere, aveva coscienza di essere parte di un ciclo vitale in perenne ripetizione da generazioni. Un ciclo che univa la sua famiglia alla terra e alla grande storia di Matilde di Canossa.

castagno
uno dei nostri alberelli di castagno in crescita

 

castagna
dopo la germogliazione ha inizio la crescita del futuro tronco: dopo quattro mesi di vita

 

castagni presegno

alcune delle nostre piantine fan belle mostra di sé. Presegno marzo 2024





La coltivazione del castagno e il suo impatto storico-culturale in Italia

La presenza del castagno in Italia risale all'epoca preistorica. Tuttavia, la sua coltivazione sistematica ebbe inizio in epoca romana, come testimoniato da Plinio il Vecchio. Fu durante il Medioevo che il castagno assunse un ruolo di primaria importanza nell'alimentazione delle popolazioni montane, grazie alla sua rusticità e capacità di adattarsi a terreni poveri e climi rigidi. La figura di Matilde di Canossa fu determinante per la diffusione del castagno in vaste aree dell'Appennino, dove promosse la sua coltivazione come fonte di sostentamento per le comunità rurali. Le castagne, infatti, non solo costituirono un alimento primario, ma vennero anche utilizzate per la produzione di farina, pane, polenta e altri prodotti. Inoltre, il legno del castagno era (e in parte lo è ancora) impiegato per la costruzione di edifici, mobili e utensili.

caldarroste
Un dipinto di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto


Alcuni esempi di usi delle castagne
Pane di castagne: un pane rustico e nutriente senza glutine.
Frittelle di castagne: con farina di castagne e mele.
Farinata di castagne: una polenta versatile che può essere servita con verdure o carne.
Necci: una focaccia dolce tipica della Lunigiana, preparata con farina di castagne e acqua.
Castagnaccio: un dolce morbido, simile a una polenta, realizzato con farina di castagne, acqua, zucchero e anche pinoli.
Marron glacé: un dessert ottenuto dalla canditura delle castagne.






AIUTIAMO LE API. SEMPRE!
Piantando fiori amici delle api
Non utilizzare prodotti chimici in giardino
Rispetta tutti i fiori. Sono la base della biodiversità
Lascia crescere l'erba
Acquista cibo locale, biologico e di stagione
Acquista il miele dai veri apicoltori
Informatevi sull'imprescindibile opera di impollinazione delle api
Siate voi stessi divulgatori di rispetto ambientale